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                                                                                           GLI STRUMENTI PER LA SPETTROSCOPIA

                                                                                               INSTRUMENTS  FOR SPECTROSCOPY

                                                                                                                                        

Da alcuni anni, complice l'impossibilità di effettuare sempre osservazioni astronomiche serali o notturne, ho scoperto il mondo del cielo diurno, e con esso l'osservazione del sole, che, com'è noto a tutti, si risolve quasi sempre nell'osservazione delle macchie solari, nella determinazione del numero di Wolf, etc.Tale attività, per quanto degna del massimo rispetto, non mi ha fatto appassionare più di tanto, e mi sono pertanto dedicato alla scoperta ed all'esplorazione dell'affascinante mondo della spettrografia solare.Il  primo ostacolo che mi si presentò fu il reperimento dei materiali per la costruzione di uno spettrografo "fatto in casa", dato che non intendevo sobbarcarmi l'onere di una notevole spesa per acquistare uno strumento presente sul mercato.Fortunatamente, un caro amico astrofilo venne incontro alle mie esigenze facendomi dono di un reticolo di diffrazione che, seppure non in perfette condizioni, poteva servire al mio scopo.Mi dedicai quindi al progetto di uno spettroscopio non autocollimante, che a mio avviso dava maggiori garanzie sull'assenza di riflessioni interne di luce, suscettibili di abbassare il contrasto.L'unico vincolo che mi posi fu quello  che lo strumento dovesse essere totalmente assemblato in casa, e ciò non per  avarizia, ma per dimostrare, a me stesso ed agli altri, che con una sufficiente determinazione chiunque può autocostruirsi un tale strumento con poca spesa (i reticoli di diffrazione sono reperibili presso alcune ditte, quali la Edmund Scientifics americana, per pochi dollari, a patto che non si cerchino qualità elevate ed elevati livelli di risoluzione per mm.).Feci quindi il progetto che segue:

Since a few years ago,considering the difficulties of stargazing from a severe polluted area like Rome,I've been interested in solar observations,not only limited to solar sunspots ,but also in solar spectrography.My first solar spectroscope was the one reported in the following project.The only limitation I obliged myself to follow was the overall cost,that ought to be not much more than $ 200.I used a diffraction grating that a friend of mine kindly gave to me, but ruled diffraction gratings  of 600/ 1200 grooves p. mm. are in stock c/o Edmund Industrial Optics for nothing more than $ 70/100.The grating must rotate on its own axis to make possible to explore the whole spectra.The model of spectroscope was of not-autocollimatig type, to avoid internal reflections I knew to be usual in the autocollimating spectroscopes.I gave particular attention to choose the collimating lens (the one focused on the slit) but it's useful a binocular objective lens,that's is easy to find for a few dollars.A lens like that may also be used as observation lens.I used as collimating lens a 50/ 300 lens I owned and as observation lens a 60/ 415 Japanese refractor,but every kind of optics may practically be used, with the limitation that the  lens coating must have a wide band pass.The slit, that may consist of two razor blades mounted at a distance of not more than 3/10 mm, is put at the entrance of light.Be careful: never attempt to aim a spectroscope or any  spectra observing device to the sun without a slit with a very small aperture: otherwise severe injury to your eyes may result !

fig.jpg (49747 byte)

Tale semplice progetto, le sue modalità di esecuzione ed i suoi risultati sono stati oggetto di un mio articolo pubblicato sul numero di gennaio 1998 della rivista "Nuovo Orione".Non intendo, pertanto, soffermarmi ulteriormente su di esso, salvo specificare che l'autocostruzione della fenditura, elemento che, come si sa, va costruito con bordi lavorati a tolleranze ottiche, è meno difficile di quanto possa sembrare.Ciò a patto ci si accontenti di due lame di temperamatite o, meglio ancora di due lamette da barba, accostate tra di loro e fissate in modo da lasciare una fessura di ampiezza oscillante  intorno ai 3 decimi di mm .Attenzione, non rivolgete mai uno spettroscopio verso il sole senza una fenditura, altrimenti potreste avere danni, anche permanenti, agli occhi..Ecco, qui di seguito, il risultato dell'applicazione a tale tipo di strumento di una telecamera b/n per la ripresa di una parte dello spettro solare: trattasi della zona verde/gialla dello spettro con ben evidente il doppietto del sodio:

This is a shot of a b/w  Vixen camera at the focus of the instrument: is well visible the sodium doublet.

 

spettro.jpg (16249 byte)

Lo strumento in questione,nonostante fosse composto da ottiche di focale relativamente breve, aveva tuttavia dimensioni tali da essere ingombrante e difficilmente applicabile al fuoco diretto di un telescopio equatoriale, per la ripresa sia di zone specifiche del disco solare ovvero per la ripresa di spettri stellari.Ebbi quindi l'idea di costruirne uno nuovo,il secondo della serie, di identica concezione ma di ridotte dimensioni, utilizzando un reticolo a riflessione Bausch e Lomb da 600 linee per mm del quale ero nel frattempo venuto in possesso.Le ottiche utilizzate sono state, per l'obiettivo collimatore focalizzato sulla fenditura ( che ha lo scopo di rendere parallelo il fascio ottico da inviare al reticolo) un doppietto acromatico da 35 mm di diametro e 300 di focale di elevata qualità, e quale obbiettivo da osservazione , un 50mm f2 russo + un duplicatore di focale.L'intera realizzazione,ottiche comprese , non mi è costata più di 250.000 lire.

Such an instrument, was'nt anyway portable and not easy to apply at prime focus of a telescope, to observe some specified zones of solar disk, or to use as stellar spectroscope: I tried, therefore, to make another project, much more compact, whith a 600 l. p.mm.30X30 Bausch & Lomb grating, that a dear friend of mine gave to me.The collimating lens was a very good acromatic doublet of D: 35 mm and F 300mm.The observation lens was a simple 35 mm photo objective f 2, with a japanese focal amplifier 2X.Both ended with several 42X 1 treaded rings, with,at the very end, a 42X 1 - 31,8 converter in which is possible to insert eyepieces or, like I prefer, a flip mirror in order to easily switch from visual observation to CCD or Video camera shots holding the spectrum line well centered in the field .

 

Spett1.jpg (104427 byte)

Come si può osservare dalla foto,sulla sommità dello strumento era stato sistemato un flip mirror,che mi consentiva di passare rapidamente dalla modalità visuale  a quella di ripresa  con la camera CCD, una volta inquadrata e centrata la parte di spettro di interesse.Con tale spettroscopio ho ottenuto alcune immagini, riprese con una webcam Philips toucam pro, che riporto qui di seguito, che, per quanto accettabili, non sono paragonabili a quelle ottenute con reticoli da 1200 l/mm, essenzialmente, presumo, per il fenomeno della sovrapposizione degli ordini, che tende a rendere meno incise le linee:

Hereunder is a composite image of solar spectrum shot with that device, by mean a Philips toucam pro webcam that  isn't, anyway, comparable with a 1200l/mm grating spectroscope, essentially , I presume, for the orders overlapping phenomena.

Spectra2.jpg (26714 byte)

Tengo a chiarire che non si tratta di uno spettro continuo, dato il ridotto angolo di campo della webcam, ma di una serie di immagini nelle lunghezze d'onda corrispondenti ai vari colori, assemblate insieme.Sono ben evidenti, tra le altre,le righe dell'Idrogeno  ed il doppietto del sodio.

                                                                  Are well visible some of most important lines, as Ha, Sodium, Fe, Mg.

 

 

 

 

E' mio fermo proposito contribuire allo sviluppo, in campo amatoriale, di questo affascinante settore dell'astrofisica che attualmente appare, perlomeno qui in Italia, abbastanza trascurato.Ciò sicuramente per il convincimento di molti che occorrano cifre elevate per potersi dotare di uno spettroscopio, convincimento che intendo smentire: uno spettroscopio come quello dianzi illustrato non costerebbe più di 200/250 Euro ed è di realizzazione relativamente facile.Sto attualmente tentando di sviluppare  altri  spettroscopi , della cui costruzione riferirò in questa pagina, per il quale ho acquistato due reticoli di diffrazione Edmund da 1200 l/mm.

I firmly intend to contribute to spectroscopy development in Italy and in any other country where amateur astronomers do their job in the  interest of human knowledge.I'm actually developping others spectroscopy devices  I hope to report soon on this page,for whom I've recently bought two Edmund 1200 g/mm ruled diffraction gratings.

Tali reticoli , entrambi da 1200 l/mm e rispettivamente di 25 e 30 mm di lato , hanno un angolo di blaze( D1) di 17 °  che, per l'ordine +2  fornisce, in base alla nota relazione D2 =Arcsin (+2 x 1200 x0,57x(10-3) - Sin 10°) un  angolo D2 di circa 65 °  e quindi un angolo complessivo di diffrazione rispetto alla luce incidente  (D1 + D2) pari a 82°, che fa sì che la massima parte della radiazione in ingresso nel reticolo si concentri in tale angolo, rendendo ottimale una soluzione  di tipo Littrow non autocollimante.Inoltre, lo spettro diffratto risulta, nell'ordine + 2, notevolmente meno luminoso, cosa questa di scarsa importanza negli spettroscopi solari, ma notevolmente più disperso rispetto all'ordine +1. Uno dei due reticoli ,  da 25 mm di lato, è stato quindi utilizzato per la costruzione di un altro spettroscopio di Littrow, che si è dimostrato di capacità ottiche e potere risolutivo nettamente superiore al primo.I piani costruttivi e le parti componenti dello strumento sono illustrate qui di seguito.

Such gratings, both 1200 grooves p. mm, and respectively of 25 and 30 mm, have a blaze angle of 17 °, which gives, for the second order, according to the known relation D2 = Arcsin (+2 x 1200 x 0.57 x (10-3)- Sin 10°) an angle of about 65° and consequently a diffraction angle related to incoming light (D1+D2) of 82°, so the great part of the incoming radiation to the grating is collimated in that angle at its outcoming, making useful a Littrow- type mechanical solution.In the 2-nd order the spectra gets much more dispersion respect to the 1-st, notwithstandig it gets less light.But this doesn't matter in the solar observations, where the light it's always too strong.In the following photos is shown the assembly of the second spectroscope around the 25 mm grating, that performs very well.

 

All.jpg (90929 byte)

La scatola metallica contenente il reticolo è stata ricavata da un profilato  quadro di alluminio da 60 mm di lato, tagliato a 60 mm e fatto filettare sulle parti a 90 ° passo a vite 42x1, in modo da potervi adattare il massimo numero possibile di accessori, e rendere il sistema modulare.Il movimento micrometrico manuale del reticolo è ottenuto in modo assolutamente semplice e facile da costruire, vale a dire con una molla di acciaio interposta tra la manopola (solidale con la barra filettata da 6 mm sulla quale è posto il reticolo) ed il lato della scatola, interponendovi una guarnizione in gomma per aumentare l'attrito.

The metal box containing the grating has been obtained from an aluminium square barrel of 60 mm ,cut at 60 mm and  42x1 throaded on two sides , so to make the system a modular one.The  manual micrometric motion of the grating has  been done in a very simple way, with a spring among the knob (which holds the throaded rod with the grating) and the side of the box.

 

Tale strumento si è dimostrato di prestazioni notevolmente superiori ai precedenti, consentendo di ottenere una risoluzione spettrale di pochi angstrom, nonostante la modesta focale delle ottiche.Nella foto sotto  è riportata un mosaico di riprese dello spettro solare nelle varie lunghezze d'onda.

Such an instrument has revealed to perform very well, surely beyond the resolution limits of the others.Hereunder is inserted a shot of a mosaic of the solar spectra in the different wavelenghts.

 

Spectra_all2.jpg (46432 byte)

 

 

NEW !

   Un nuovo tipo di spettrografo senza fenditura

Estratto dall'articolo presentato al 1° Convegno di astronomia amatoriale virtuale c/o Bellatrix Observatory il 1° marzo 2004

E' bene evidenziare che gli spettri stellari ottenuti sono raw, senza alcun tipo di elaborazione spettrografica che non sia la normale elaborazione d'immagine (pretrattamento, unsharp mask, etc.)

A new  slitless spectrograph

(An abstract from the article published on the 1th Amateur virtual astronomy meeting on march 15, 2004)

Notice: all stellar spectra are showed in raw mode, as obtained from digital devices, excepting the ordinary graphic files enhancement

 

 

UNO SPETTROSCOPIO AMATORIALE

             SENZA  FENDITURA

                di Fulvio Mete

 

 
       
 
 

 

Dopo la costruzione di numerosi strumenti per la spettrografia solare ho cercato di espandere il mio interesse a quella stellare, con soluzioni che prevedessero l’uso di spettroscopi senza fenditura, utilizzando la puntiformità dell’immagine stellare al fuoco di un telescopio per surrogare l’uso della fenditura. Tuttavia al fuoco di tale spettroscopio, le righe dello spettro erano a mala pena visibili, impastate e non definite. Inoltre, era mia intenzione cercare di riunire nel medesimo strumento capacità di osservazione e ripresa sia di spettri solari che stellari creando un dispositivo compatto ed ambivalente  da poter essere applicato al fuoco di un telescopio, a somiglianza di quanto avviene con gli spettrografi professionali, senza le dimensioni fuori misura di questi ultimi , difficilmente digeribili da parte di tubi ottici e montature amatoriali. Il problema era di ottenere ,per la spettrografia stellare,spettri allungati senza l’uso della fenditura od il ricorso ad espedienti quali il fermo del moto orario per ottenere “strisciate” di spettri. Ricordai, allora, di aver visto su un monocromatore una lente cilindrica posta dopo la fenditura di uscita, evidentemente allo scopo di intensificare l’immagine spettrale, e ricordai anche che tali lenti hanno la prerogativa di trasformare, al fuoco, qualsiasi punto luminoso ,e quindi anche le immagini stellari provenienti da un telescopio, in una linea. Consultai il catalogo Edmund Scientifics , vedendo che erano disponibili lenti cilindriche di media qualità ottica da 25 mm , 75 o 50 mm di focale ad un prezzo contenuto.Optai per quella da 75 mm, in modo da lasciare un po’ di spazio sino al reticolo, dato che avrebbe dovuto svolgere contemporaneamente la duplice funzione di collimatore e di fenditura.Una volta in possesso della lente la montai, in un tubo di prolunga maschio 42x 1, a circa 50 mm dal foro di ingresso (femmina 42 x1) di una scatola in PVC nero, recante all’interno un reticolo Edmund da 1200 l/mm blazed per 500 nm., quadrato, di 30 mm di lato.Come cannocchiale mi parve opportuno usare un obiettivo da ingranditore fotografico Kodak da 75 mm, della stessa focale, per garantire un ingrandimento 1:1 e quindi una luminosità accettabile del sistema per gli spettri stellari, considerato che  avrei usato l’ordine 2, Tutto ciò allo scopo di creare un dispositivo sia polivalente che portatile ,  illustrato nel suo complesso in fig.1, mentre in fig, 1 bis è mostrata la scatola col reticolo, e nella 2 l’obiettivo fotografico usato come ottica di osservazione.Sulla destra della scatola si osserva il dispositivo di basculamento del reticolo, consistente in una manopola solidale all’asse del reticolo stesso (una barra filettata da 4 mm) tra la base della quale ed il lato della scatola è interposta una molla sotto pressione, che rende sufficientemente stabile e fluido il movimento, nei limiti della bassa risoluzione raggiungibile.Un movimento micrometrico più fine è stato poi ottenuto con un foro filettato sulla base inferiore della scatola, che ospita una vite premente sulla base del reticolo.Mezzi primitivi, ma realizzabili da chiunque in casa, senza dover ricorrere ad artigiani.

 

 

 

 
 

  La prima parte del lavoro sembrava quindi completata, con un sistema che si presentava  con tutte le carte in regola per l’osservazione di spettri delle stelle, data la bassa intensità luminosa e la puntiformità delle relative immagini.Mi sono , tuttavia, posto il problema di un uso dello strumento con il sole, per creare uno spettroscopio “multifunzione”Con il sole la questione sarebbe stata ben diversa, data l’estensione e luminosità del fascio luminoso in arrivo sulla lente cilindrica.Occorreva quindi far diventare puntiforme la luce solare : quale metodo migliore, allora, che creare una stella “meccanica” con un foro stenopeico posto all’ingresso di un telescopio, in modo da sfruttarne, se non il potere risolutivo, data la ridottissima dimensione della pupilla di entrata, perlomeno la lunghezza focale . Il mio primo esperimento con tale spettroscopio, che tra l’altro non mi risulta sinora realizzato in ambito amatoriale, fu quindi di applicare il predetto al fuoco di uno Schmidt – Cassegrain da 20 cm, ponendo contemporaneamente davanti alla lastra correttrice una maschera di cartone nero sulla quale era stato applicato, fuori asse, un tondo di alluminio per alimenti con al centro un foro stenopeico di 2/3 di mm.Il metodo di realizzazione del suddetto foro è stato il seguente: ho preso un foglio di alluminio per alimenti e ne ho tagliato un tondo di 5 cm di diametro circa, inserendolo tra due cartoncini per impedirne l’accartocciamento, dopodiché ho forato il tutto con la punta di un ago da cucito, inserendola sino a metà e dando una torsione in un senso e nell’altro per assicurare la necessaria rotondità ed uniformità del foro stesso.Il foro sul pezzo di alluminio è stato quindi posto in corrispondenza di un analogo foro effettuato fuori asse sulla maschera di cartone nero da apporre davanti alla lastra correttrice, appena più grande del primo (ca. 2 mm) ,e ciò per un ulteriore sistema di sicurezza, dato che così anche un’eventuale scollamento e caduta del tondo di alluminio durante l’osservazione non avrebbe potuto comunque creare pericoli per lo strumento e la vista dell’osservatore (fig 3).

 


 
 
 


 

Una volta puntato il telescopio verso il sole e regolata la messa a fuoco, sia con il focheggiatore del telescopio stesso che con  quello dell’obiettivo da 75 mm (cui era stato applicato un riduttore da 31,8 con un oculare, le righe di assorbimento mi sono apparse con una incisione sinceramente mai vista prima, cosa che mi ha indotto a registrare l’osservazione con una webcam Philips Vesta, posta sullo spettroscopio in luogo dell’oculare. Il risultato è visibile nella fig 4, con un collage di più riprese nelle diverse bande spettrali che mostra le principali righe di assorbimento (Ha, Na, Mg, etc).

Tale risultato era notevole, tra i migliori che io abbia mai visto sul sole con uno strumento fatto in casa ed a bassa risoluzione., e mi ha stimolato a cercare di migliorare il potere risolutivo del complesso spettrografo- telescopio. Ciò è stato ottenuto sostituendo all’obiettivo da 75 mm Kodak come ottica da osservazione un rifrattorino cinese 50/350, di buona qualità (Fig. 5), sufficientemente leggero per non appesantire la struttura .

Nel portaoculari ho quindi posto una webcam Vesta con la quale ho effettuato una ripresa del doppietto del sodio, per testare il livello di risoluzione raggiunto. Da come si può osservare in fig. 6, nel  doppietto si notano, oltre alla riga del Nickel, che primeggia, altre 4 righe di assorbimento minori, per una risoluzione stimata in 0,3 A /Pixel, praticamente il massimo raggiungibile con uno strumento del genere senza stravolgerne la struttura e le dimensioni.

 

 

 
 

La prova dello strumento non era, tuttavia, ancora terminata, anzi: la parte più difficile, la ripresa degli spettri stellari era ancora al di là da venire.Volli provare allora anche tale ripresa, avvalendomi di una camera CCD MX716 (per la scarsa  luce delle stelle le webcam sono inutili) applicata sullo spettroscopio, a sua volta posto al fuoco dello Schmidt – Cassegrain da 8” con riduttore ad f 3,3 per massimizzare la quantità di luce in arrivo .La prima ripresa, con 15 sec. di esposizione, su Schedar, Alfa Cassiopea, non mostrò nulla in quanto chiaramente sottoesposta,  la seconda, con 30 sec. di esposizione, mostrò in modo abbastanza definito le righe di assorbimento nella zona verde- arancio dello spettro (fig 7).Per osservare la parte rossa dovetti comunque far basculare in avanti il reticolo e spostare la messa a fuoco della camera, in quanto l’uso di ottiche a lente provoca, come si sa, un sostanzioso shifting nel punto di fuoco nelle varie zone dello spettro.

 

 


 
 
 

 

Da quel momento ho effettuato altre prove, come quella dello spettro di Mirfak , Alfa Persei , (fig 8), che hanno confermato la validità di un simile dispositivo per l’osservazione e la ripresa spettrale ,nonchè la sua qualità, a mio parere nettamente superiore a quelli simili autocostruiti da altri astrofili,  e ciò nonostante lo schema non strettamente canonico (osservazione dell’ordine 2). Non ho, comunque, tralasciato di usare lo strumento anche in configurazioni più potenti, ponendolo stavolta al fuoco del mio Celestron 11 portato a f 3,3 per ottenere il massimo guadagno di luminosità possibile.Ho registrato stavolta lo spettro di Capella, Alfa Aurigae, stella di tipo M1, con soli 15 sec. di posa con la camera CCD MX716 nella zona  blu-verde, ricavandone la sostanziale identità degli elementi presenti nella stella rispetto a quelli del sole, perlomeno tra quelli evidenziati dalle righe di assorbimento presenti in tale zona spettrale (Fig. 9)

Nella figura 9 bis è illustrato un altro confronto, tra gli spettri di Arturo (Alfa Bootis) e Capella (Alfa Aurigae), dal quale risulta evidente una maggiore incisione,nello spettro di quest'ultima, delle righe degli elementi pesanti, in linea con la classe spettrale delle due stelle.

Appare necessaria, a questo punto, una piccola annotazione: gli spettri stellari mostrati sono esattamente quelli ottenuti dallo spettroscopio.L'unica elaborazione effettuata è stato uno stretching ed una Unsharp mask.Non si tratta, quindi di spettri elaborati via software con meccanismi di binning ed interpolazione che, per quanto accurati, presentano comunque un errore statistico del 6- 7%, in relazione anche alla qualità dell'immagine originaria.

Ciò per evidenziare la estrema efficienza dello strumento in discorso, che rende possibile acquisire spettri stellari di qualità con strumentazioni anche modeste ( 20 - 30 cm di diametro, oggi alla portata della massa degli astrofili).

 

 

 
 

Non potevo  trascurare uno degli spettri più interessanti, quelli della classe A 0, noti per la evidenza delle righe della serie di Balmer dell’idrogeno e della prevalenza dell’Hb nel verde.Ho quindi ripreso, sempre al fuoco del C11 ad f 3.3, lo spettro di Sirio  (Fig. 10).

 

Lo spettroscopio può anche essere usato in configurazione  “stand alone”,quale strumento a sè stante, utilizzando la lente cilindrica in ingresso nella triplice veste di obiettivo, fenditura e collimatore.Ciò tenendo tuttavia conto che il suo ridotto diametro e la sua modesta qualità ottica consente la visualizzazione di spettri di sorgenti di buona e media luminosità.In fig. 11 è mostrata un immagine dello spettro di una lampada al neon ripresa con lo spettrografo nella descritta configurazione.

In definitiva, lo strumento da me concepito, pur nelle limitazioni insite nella sua realizzazione casalinga (tra l’altro voluta, per porre chiunque voglia in condizione di realizzarlo) sembra funzionare in modo straordinariamente efficiente in rapporto alla semplicità dei suoi componenti.

Si tenga tra, l’altro conto che la lente cilindrica da me utilizzata non è tra quelle che Edmund considera di elevata qualità ottica. Senza dubbio, l’incisione degli spettri rilevati è a mio avviso attribuibile alla sostituzione di una fenditura meccanica, di difficile realizzazione, con una “ottica”, data dalla trasformazione di un punto luminoso  ( punto reale nel caso della stella, meccanico nel caso del foro stenopeico). In entrambi i casi il  pacchetto di fotoni  che compone il punto luminoso viene, inoltre, mediato e composto dalle ottiche del telescopio attraverso le quali passa, sino a giungere alla lente cilindrica d’ingresso dello spettroscopio.

Il costo complessivo di tale realizzazione si è aggirato, a prezzi correnti, ed al cambio attuale di circa 1,3 dollari per Euro, intorno ai 200 E, ossia quanto un oculare di buona qualità, con la sostanziale differenza, rispetto a questo, di mostrare non particolari ingranditi dei vari oggetti astronomici, ma un vero e proprio nuovo mondo, un settore dell’astronomia attualmente misconosciuto nell’ambito amatoriale , che però si può dire costituisca l’attività essenziale della ricerca professionale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                        AN AMATEUR    SLITLESS

                       SPECTROSCOPE

                    by  Fulvio Mete

 

 
       
 
Didascalia fotografia Terra
 

 

After having built some instruments for solar spectroscopy, I tried to expand my interests to stellar spectroscopy too, by means of no slit spectroscopes, in order to  use the point- like stellar images to get a spectra at the focus of a telescope. Anyway ,such  spectras were  not well visible and  the lines not  sharp.Moreover, my intention was to accumulate in the same instrument both capabilities   of solar and stellar observing and imaging,  realizing a simple, compact, but multi purpose device.

Another point of interest was the weight, to maintain low  for the most  of  optical tubes and equatorial mounts to deal with no problems.

The goal was to obtain, in the case of stellar spectroscopy, normal spectras without use of a slit, for the well known difficulty of amateur mounts to keep a star image onto a slit a few tenths of millimetre wide.

I remembered, then, of having seen some time ago, in a monocromator ,  a cylinder lens  set at the end of the exit slit,in order to intensify the spectral image formed by grating, and also remembered that such lens have the property to transform, at their focus, any light point source in a line, star images included.

In the Edmund Scientifics' catalogue were various types of those lens, from 25 to 75 mm of focus lenght, at a good price.I choosed the one of 75 mm, to let enough distance left to the grating position.

The cylinder lens, which had to do both functions of collimating lens and slit, was placed in a 42 X 1 male tube assembly, to be inserted in a pvc box  with  two threaded 42 X 1 female holes at 90° from eachother.In this box was placed a 30 x30 mm  Edmund 1200 l/mm diffraction grating blazed for 500 nm.

As observation lens I used an enlarger objective Kodak of  75 mm of focus lenght, very good for the job for its full plane field (fig 2).On the right side of the box , shown in fig. 1, is visible the grating rotating device, a very simple one, consisting in a knob , threaded to the grating axial  rod, that pushes on a spring interposed among it and the side of the box, in order to obtain sufficient pressure for a smooth motion.An additional micrometric motion has been obtained with a threaded female hole at the bottom of the box, in which is a threaded bar that pulls up the grating to the desired position.In fig 1 is shown the general appearance of the instrument, put at the focus of a Celestron 8 with a 3,3 focal reducer.

 

 

 

 

 
 

The former part of the work seemed then complete, with a system devoted to the star spectras observation and imaging.I was, anyway, concerned with the problem of  using such device with sun spectra in daylight.With the sun, obviously, the amount of incoming light on the cylinder lens had to be cut, to avoid a serious damage to the instrument and the observer’s eyes.The matter was to make the  sunlight to became   point like, by means of a proper system: then, what better than a stenopeic hole put on the front of a telescope,in order to use the focus length of this to permit the use of a not critical dimension hole, say about 0,5 – 1 mm.My first experiment with this configuration was to put in front of the corrector lens of a 8” Schmidt – Cassegrain telescope a cardboard mask on which was applied, off axis, a piece of aluminium  foil with a hole of ¾ mm realized by a sew needle.The  hole in the aluminium foil was applied  on another 2 mm hole made off axis on the cardboard mask, to minimize the risk, in case of break of aluminium , for observer’s eyes and the telescope.(fig. 3)

 


 
 
 


 

   After having aimed the scope to the sun and focused, both on the scope focuser and on the 75 mm objective, the Fraunhofer lines of solar spectra  seemed to jump out of the eyepiece, so I decided to record the spectra by a Philips Vesta webcam, put into the eyepiece holder .The result is shown in Fig 4, which is a compositation of various shots in different spectral wavelengths., with  a clear registration of most important lines (Ha, Na, Mg, etc).

Such a result was noticeable, far better the best I’ve seen with a low resolution, home made instrument, so I managed to increase the resolution power of the system.This was obtained  changing the 75 mm  Kodak observing lens with a small Chinese refractor D 50 F 350, of good optical quality, that was light enough for the structure to bear its weight without problems.(Fig 5).

Once having put  a Philips Vesta webcam in the eyepiece holder, I imaged the sodium doublet to verify the resolution level reached.

As  shown in Fig 6, in the inner part of the doublet are registered the nickel line, that’s the most strong  and evident, and 4 other more lines, for a resolution of about 0,3 A /Pixel , the  top, I believe, obtainable with such an instrument without compromise its structure and dimensions.

La

 

 
 

    The instrument’s test had, anyway, no longer gone to  the end, and the most difficult part had still to begin, I mean the imaging of stellar spectras, so I inserted in the spectroscope eyepiece holder a Starlight Xpress MX 716 CCD Camera, whose spectral response and high sensitivity is well known, and put the instrument at the prime focus of the 8” SC with a F 3,3 focal reducer, in order to maximize the incoming light on the focal plane.

The first shot, with a 15 sec exposure, aimed to Schedar, Alfa Cassiopea, didn’t show anything, for it was evidently underexposed, while the second, with 30 secs exposure showed clearly the lines of the  green – orange part of the spectra. (Fig.7)

To observe the red part of the  star spectra I had to  refocuse the device, for the use of  simple acromats  produces a serious shifting of the focus point in the different spectral  zones.

 


 
 
 

 

Since my first try, I’ve been shooting many other  stellar spectra images, as the one of  Mirfak (Alfa Persei) spectra, at the focus of an 8” SC, (Fig.8) that confirmed the noticeable performances of such a device, considering that the showed output spectras are raw images, with no kind of  processing, and this notobstanding the unusual  angle of observation (order 2nd).

I also used the spectroscope in more powerful configurations, by coupling it with my old Celestron 11 SC telescope, with an f 3.3 focal reducer to obtain the maximum light grasp.In this powerful mode I imaged  Capella, (Alfa Aurigae), M1 class star, by  Mx 716 CCD camera, (Fig.9) whose lines in the  blue -green  region of the spectra were  compared with those of the sun,.

In fig. 9 bis is shown another comparison between the Arcturus (Alfa Bootis) and  Capella (Alfa aurigae) spectras in the green band, with a stronger signature, in the latter, of heavy elements lines.

It seems useful, at this point, a brief notation: all the stellar spectras shown are raw spectras, as obtained by slitless spectroscope, with no other software enhancement than a stretching and an unsharp mask.No software spectral binning or rebuilding were used.

 

 

 

 

 
 

      I also imaged one of most interesting spectras, the one of Syrius class A0, kwnown  for the strong appearance of Hydrogen Balmer series lines, in which is particularly evident the Hb line.The shot  was taken at the prime focus of C11 at f 3.3, with a focal reducer (Fig. 10)

 

 

 

 

The spectroscope can also be used in a “stand alone” configuration, using the cylindrical lens as both objective, slit and collimating lens, considering that the modest diameter and optical quality of this lens permits  to shot spectras of medium and high intensity light sources only.In fig .11 is showed the spectra of a neon lamp obtained in this configuration.

At last, the instrument I conceived, also considering the limitations of its home made realization, (to permit anyone to make it) seems to perform exceptionally well .

One  has also to consider that the optical quality of the cylinder lens I used is quite low. May be that the sharpness of spectral images is due to the  optical transformation of a point of light in a line, with no intermediation of mechanical parts, as a slit.Moreover, the photon ‘s package is , before entering the cylinder lens, smoothed by telescope’s optics.

The  overall cost of the instrument  has been defined in about 300$ (200 E at the current  change ratio ), almost the cost of a good eyepiece, with the substantial difference that it is intended not to enlarge any astronomical objects, but to discover a new world for the amateur astronomer, a world that is the focal point of professional astronomy.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come modificare un monocromatore trasformandolo in spettroscopio

How to modify a monocromator into a spectroscope

 

Qualche tempo fa sono venuto in possesso di un monocromatore, marca Farrand - USA, anni 60 circa, con un reticolo da 600 l/mm 30x30 mm ca. e due specchi, di  di 30 mm di diametro e 120 mm di focale circa, disposti in modo da svolgere le funzioni di collimatore sulle due fenditure, di ingresso e di uscita.L'angolo di collimazione, sul reticolo, del fascio di luce in ingresso, era di circa 28°, corrispondente all'ordine 1 dello spettro osservato.La costruzione interna dello strumento era quella mostrata dall'immagine che segue:

I've recently got a made in USA Farrand monocromator , built around a 600 l/mm grating and two mirrors of 120 mm focal lenght , whose function was to collimate the light onto  two slits .The collimating angle on the grating was of about 28°,corresponding to the order 1 of observed spectra.The internal set of the  optical components, with the red arrows traced optical path, was the following:

 

 

Come si può vedere dall'immagine, il fascio ottico in ingresso dalla fenditura D veniva inviato ,come fascio parallelo, dallo specchio concavo C (focheggiato sulla fenditura d'ingresso) sul reticolo A e da questo rinviato allo specchio concavo B, dal quale era nuovamente focheggiato sulla seconda fenditura, quella di uscita.

How you can see from the photo, the light entering the instrument from the slit D was sent from the concave mirror C (focused onto that slit) to the grating A and from it sent to the concave mirror B, and refocused again by the latter on the second, exit slit.

Il vantaggio della configurazione ottica dello strumento in questione era dato dalla possibilità di esplorare lo spettro di ordine 1, notevolmente più luminoso (ma meno esteso) di quello di ordine 2, conservando contemporaneamente un angolo, tra il fascio di ingresso e quello di uscita, di 90°, particolarmente comodo per l'uso al fuoco di telescopi astronomici,  il tutto in un insieme molto compatto considerato il cammino ottico interno.Esso era, tuttavia, inadatto per l'uso come spettroscopio, dato che i due specchietti da 120 mm circa erano entrambi a fuoco sulle fenditure di ingresso e di uscita, rendendo in pratica impossibile l'applicazione di ottiche di osservazione di qualsiasi tipo.Ho, quindi, sostituito lo specchio concavo B con uno piano di 30 mm, in modo da rinviare all'infinito il fascio collimato uscente dal reticolo.Al posto della fenditura di ingresso D ho posto una lente cilidrica, ed ho sostituito la fenditura di uscita con un attacco femmina 42X1, al quale porre l'obiettivo più utile per le osservazioni e le riprese.

That optical configuration is very useful to explore the order 1st of the spectra, noticeable stronger (but less wide) than that of the second order, keeping a 90° observing angle .The monocromator was, anyway, unfit to act as spectroscope, for the light being focused exactly onto the two slits, with the obvious consequence that no observing device could be applied on it.Then,I put a  30 mm plain mirror in place of the concave mirror B, to send to infinite the light coming from the grating.In place of the entering slit D, I put a 31,8 mm diameter aluminium cylinder (to put the entire device in any telescope eyepiece holder) , with a 20 mm cylinder lens ( 25 mm focus) inside.The exit slit was, further, taken off, and in place of it put a 42X1 female threaded mount.

 Lo strumento così modificato è stato,per ora ,provato sul sole, ponendolo al fuoco di un Celestron 8 e anteponendo, a similitudine di quanto effettuato con l'altro spettroscopio da me autocostruito, alla lastra correttrice del catadiottrico una maschera di cartone nero con un foro stenopeico di 0,7 mm.Come obiettivo di osservazione e ripresa è stato usato un obiettivo fotografico Pentacon 105mm f 2.8,al cui attacco posteriore è stato applicato un portaoculari 31.8, per l'inserimento di oculari o webcam.

The  modified instrument was, at the moment, tested on the sun, putting it at the focus of a Celestron 8, on whose corrector lens was applied a black cardboard mask with a stenopeic hole of 0.7 mm: as a observing device was used a photo objective Pentacon 105 mm f 2.8, with a rear 31.8 eyepiece holder, to apply an eyepiece or a webcam.

 Nell'immagine che segue è riportata una ripresa compositata dello spettro solare, ottenuta con lo strumento:

In the following image is shown a shot of solar spectra obtained with the modified monocromator.

 

 

                                            

                            

                                                         

                                                      C.L.A.U.S.

 

                                  (Cylinder lens amateur universal spectroscope)

 

                                                                di

                                                        Fulvio  Mete

 

1° Parte - Lo spettroscopio

1st page - The spectroscope

 

 
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L’idea di utilizzare una lente cilindrica come collimatore e fenditura condensati nello stesso elemento non mi sembra sia stata sinora applicata nell’ ambito della costruzione di spettroscopi amatoriali, probabilmente per motivi connessi alla convinzione di una maggiore incisione degli spettri ottenuti in un sistema classico a fenditura.

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        The idea of using a cylinder lens  both as collimator and slit hasn't, in my opinion still been applied   in the field of the realization of amateur spectroscopes, probably for the supposed better quality of the spectras obtained by a classical slit system.

  

 

 

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C’e da dire, tuttavia, che l’uso di questo semplicissimo accessorio facilita moltissimo la costruzione di spettroscopi evoluti per il semplice motivo che elimina una delle ottiche, quella di collimazione, ed un elemento, la fenditura, che è in realtà il cuore del sistema insieme al reticolo e che, se fatta a regola d’arte, è di difficilissima realizzazione da parte di appassionati senza un background  nel campo della meccanica ed una buona officina di meccanica di precisione a disposizione.

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  1.         We can say, anyway, that the use of such a  device is very useful for the realization of home built serious spectroscopes for the simple reason that it eliminates one of the instrument's optic, the collimator, and the slit, that usually is the very core of the system  and that is very difficult to build without a background in the field of mechanics and a good  precision workshop.

  2.  

 

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La fenditura infatti è prima vista un elemento meccanico umile, ma tale apparenza è erronea, in quanto contribuisce in modo niente affatto secondario alla uniformità del campo spettrale, alla risoluzione del sistema, ed alla incisione delle righe.Una fenditura che si rispetti va lavorata quasi a tolleranze ottiche ed i bordi rifiniti a dovere col rossetto.Ovviamente la stragrande maggioranza degli appassionati usa fenditure per così dire non convenzionali, come quelle ottenute con due lamette da barba o con due lame di temperamatite opportunamente distanziate tra loro.Posso dire tuttavia, per esperienza personale, che tali fenditure , pur lasciando ottenere risultati accettabili, non rendono giustizia ad un buon reticolo.

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        The slit may seem a humble mechanical element, but it isn't, for it greatly contributes to the uniformity of the spectral field, to the system resolution and to the sharpness of the lines.The edges of a good slit must be worked "diffraction limited", but this is difficult  for the amateur astronomer to obtain,for they generally use more conventional and easy to  find devices as razor blades, pencil-sharpener blades, and so on. I can say, anyway, that such a  kind of slit  generally don't couple well with a good  grating.

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La fenditura, oltre a problemi costruttivi, pone anche problemi di altra natura, quale , nel caso di registrazione di spettri stellari, quello di dover mantenere l’immagine stellare sui bordi della stessa, talvolta di pochi micron di  apertura, con notevoli problemi per la maggior parte delle montature equatoriali di fascia media.

 

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         Using  a slit, furthermore, causes some   problems, as that  to maintain the stellar image  within its edges , sometimes  a few microns wide, thing that it's not easy to do with the most of amateur equatorial mounts.

        

 

 

 

 

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La lente cilindrica, con la sua proprietà astigmatica di portare i punti al fuoco come linee appare di per sé una fenditura virtuale ideale, a mio avviso particolarmente utile per gli spettri stellari in quanto consente di individuare e registrare (nonché inseguire) lo spettro su tutto il campo inquadrato dal telescopio, e non solo sulla piccola parte individuata dalla fenditura.Certo, le lenti cilindriche di buona qualità ottica sono care, ma anche quelle di media qualità, il cui prezzo si aggira sui 50 € per un diametro di 25 mm, sono sufficienti per lo scopo. La focale della stessa  va scelta in funzione delle dimensioni che si vogliono dare allo strumento (dato che funge anche da collimatore)  ed all’accoppiata con l’obiettivo della camera.La focale di tali lenti è compresa tra i 25 (catalogo Edmund)ed  i 150 mm, motivo per cui  non possono essere usate da sole per strumenti a medio – alta risoluzione, ma bensì associate ad uno strumento ottico che fornisca, in ingresso, già un’immagine puntiforme dell’astro da osservare.

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                   A cilynder lens, with its astigmatic property to bring to focus all  the points as lines seeems an ideal vitual slit, very useful for stellar spectra  in order to observe and  to register them in the whole telescopic field and not only in the little part of it limited by the slit.The cylinder lens of good quality are expensive, but those of medium quality too, whose price is quoted about 50 $, are good enough for an amateur spectroscope.As it acts as collimator, the focal lenght must be chosen in relation to the dimension of the instrument and to the camera's lens.Edmund Scientifics has in its catalogue some cylinder lens, with a focal lenght between 25 and 150 mm for a diameter of 25.These short FLs make them useful to build a spectroscope that must   fit into the back of a telescope to obtain enough resolution.

 

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Tale strumento deve coniugare una discreta apertura con una focale non elevatissima, allo scopo di ottenere immagini stellari quanto più possibile puntiformi e di piccole dimensioni, per cui appaiono utili allo scopo i diffusi Schmidt -Cassegrain e, ancor meglio, i Matsukov - Cassegrain tra i 20 ed i 30 cm di apertura.Entrambi, dato che lavorano in genere ad f 10, vanno opportunamente accoppiati ad un riduttore di focale,  possibilmente ad f 3,3 che, come si è visto, è già integrato nello strumento.

 

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                            The telescope must be of a sufficient diameter and   not too long in  focal lenght, in order to get point - like stellar images: that's the reason why the commercial Schmidt - Cassegrain and Matsukov - Cassegrain type are ,in my opinion, the best choice, if coupled to a f 3,3 focal reducer, that's ,anyway, already integrated in the spectroscope.

 

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La lente cilindrica sarà posizionata in modo da essere focheggiata sull’immagine della stella o dell’oggetto in uscita dal telescopio in modo da avere una sottile linea dell’immagine stessa, che verrà inviata come fascio ottico collimato al reticolo.In fase di messa a punto, lo strumento sarà quindi disassemblato  (in pratica diviso in due parti: la prima che termina con il barilotto con la lente cilindrica e la seconda, costituita  dalla scatola col reticolo e l'obiettivo della camera) . La parte con al termine la lente cilindrica sarà applicata alla parte posteriore del telescopio focheggiando  lo stesso sulla lente , usata come un oculare, sino a che l'immagine stellare ottenuta non sarà una linea sottile.Una volta definito ed annotato il punto di messa a fuoco del telescopio,lo strumento potrà essere riassemblato e sarà pronto per l'uso. La sottile linea generata dalla lente cilindrica, vera e propria fenditura virtuale, non soffrirà, com’è ovvio, di nessuna delle imperfezioni, meccaniche  che affliggono quelle generate dalle fenditure, ma avrà solo imperfezioni ottiche dovute al grado di lavorazione  della lente stessa, che è una lente semplice.L’ideale sarebbe disporre di doppietti acromatici cilindrici, ma non so se sono o siano stati mai prodotti e comunque non credo siano commercializzati o disponibili a prezzi accettabili per gli amatori.Per i fini di questi ultimi, le lenti oggi disponibili, in genere prodotte in Cina, vanno, a mio avviso, più che bene.E' opportuno precisare che il fuoco di una lente cilindrica  cade ad una certa distanza da quello dello strumento, per cui , nel caso di rifrattori, l'ingombro complessivo del sistema è superiore a quello ottenuto con strumenti che raggiungono il fuoco con lo spostamento dello specchio primario, Schmidt Cassegrain e Matsukov Cassegrain. e configurazioni analoghe.Lo strumento, come si è detto, è stato comunque testato ed usato con ottiche Schmidt - Cassegrain tantè che nella parte che va verso il telescopio presenta un attacco femmina  per tale tipo di telescopi.

 

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                        The cylinder lens must be set  to focus the image of the star formed by telescope, until it will be viewed as a thin  line, to be sent as a collimated optical input to the grating.In the first setup, the spectroscope must be disassembled and divided in two parts: the first , at whose end is the barrel with cylinder lens, and the second, formed by the grating's box and the camera lens.The first will be applied to the rear end of the telescope, and the focusing knob of the scope itself will be rotated  until  the stellar image as observed through the cylinder lens, used as an eyepiece, will be as thin as possible.The spectroscope will be then riassembled, and possibly the point of focus so obtained on the scope will be blocked, if there is some blocking device, or simply signed for the future use, if not.The thin line generated by the cylinder lens, a true viltual slit, will not suffer of all mechanical defects of real slit, but only of optical defects depending on the grade of quality of the lens itself.The ideal solution should be a  good cylinder doublet, but it is very expensive, and I don't know how easy to find for an amateur astronomer.Anyway, the cheap and easy to find  low grade cylinder lens provided by many firms on the market (Edmund, Oriel, and so on) , probably produced in China, are enough good for amateur spectroscope making.Now, is useful to explain that the focus of the cylinder lens is reached at a small, but negligible distance from the focal plane of the telescope, that falls at a noticeable distance from the end of the tube, so the use of this kind of spectroscope with refractors could bring to very long setup.For this, I always used to work, for my observations and experiments, with Schmidt Cassegrain telescopes with internal  focus movement in order to get the shortest distance of the spectroscope from the end of the tube.

 
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                    Fig. 3

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Questa è l’idea di base su cui è nato CLAUS, già sperimentata in una precedente versione dello spettroscopio.Stavolta, tuttavia, il progetto che mi ero prefisso di portare a termine era quello di uno strumento più ambizioso e completo, che permettesse di riprendere gli spettri dei vari oggetti  astronomici osservando nello stesso tempo attraverso un oculare, l’oggetto di cui si riprende lo spettro, sia per una esatta centratura  nel campo della camera, che per la messa a fuoco, sempre critica, in quanto, essendo gli elementi dello spettroscopio (sia collimatore che ottica della camera) a rifrazione, occorre necessariamente rifocheggiare  per ciascuna banda spettrale osservata o ripresa.Pensavo, inoltre, di inseguire direttamente sull’oggetto ripreso mentre la camera ne acquisiva lo spettro, senza la necessità di strumenti accessori.Quest’ultima possibilità non è ancora realizzabile in quanto l’estrazione del fuoco primario non è tale da permettere un tiraggio sufficiente per focheggiare sul chip dell’autoguida, essenzialmente a causa della necessità di compattezza dello strumento, che non consiglia diversi e più lunghi percorsi ottici.Nulla toglie, tuttavia, che tale possibilità possa essere assicurata in futuro con una  lieve modifica alla struttura dello stesso.

             

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                   This is  the basical idea from which CLAUS was born, already experimented in a previous version of the cylinder lens spectroscope.This time, anyway, I intended to aim to a more ambitious project: to register the stellar (and solar) spectras having in the same time the chance to look  through an eyepiece at the star or the object whose spectra is being shot by means of a CCD camera.This both for  centering the star exactly in order to get the most intense spectral image I can, and to   couple  the focusing  point of the telescope to the one of the spectroscope, possibly by means of a parfocal eyepiece.

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I was, furthermore, thinking about to guide with another CCD camera set in the place of the eyepiece, but the focal plane falls very close to the beamsplitter, so there should be used a relay or a barlow lens to let the focus reach a more external point.Anyway, I'm trying to get a proper solution to the problem, that can be find with little modification to the existing project.

 

About
 
 
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Parlando di struttura, come risulta visivamente dalla Fig. 1, lo schema ottico dello spettroscopio è relativamente semplice, consistendo di un  beam splitter (o divisore di fascio per chi non mastica inglese) cubico di 40 mm di lato formato da  due prismi a 90° incollati tra loro per l’ipotenusa, che è lievemente alluminata, in funzione del grado di divisione che si vuole ottenere .Quello da  me utilizzato da circa il 70% in riflessione nella parte di fascio ottico indirizzato verso la lente cilindrica ed il reticolo, che è bene sia la massima possibile, ed il 30% in trasmissione, verso l’oculare.Tale ripartizione non è tuttavia critica, essendo ugualmente soddisfacente una soluzione 60/40% molto più facile da reperire.Quanto al costo, probabilmente questo è l’elemento più costoso del progetto, in quanto un  beam splitter di analoghe dimensioni  viene venduto a ca. 300 €. Quello in mio possesso è stato reperito sul mercatino di Porta Portese qualche anno fa a poche lire.Occorre tuttavia considerare due fattori: 1) che per una lente cilindrica di 25 mm un fascio in entrata di 40 può essere utile, ma non indispensabile, e che può essere utilizzato un b.s. da 25 mm, del costo di 170 € ca.; 2) che , al posto di un beam splitter cubico potrebbe  a mio avviso essere utilizzata una piastrina semialluminata di costo notevolmente inferiore (ca. 42 € quella 50 x 50. Fin qui i prezzi orientativi del nuovo nei cataloghi della Edmund e degli altri rivenditori  (Yobin Ivon, Oriel, etc).Una concreta alternativa è invece, quella di ricorrere a rivenditori di materiale di surplus tra i quali l’americana Surplushed che vende prodotti simili , di buona qualità ,a pochi dollari.

 

 

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                               Talking about the structure of the spectroscope, the optical layout, explained in  fig 1, is quite simple, as it consist of a cubic  beam splitter of 40mm  formed by two 90° prisms joint togeteher .The one I used let pass some 30% light in trasmission and 70% in reflection (the part of optical beam  toward the cylinder lens and the grating).Such a percentage isn't, anyway, critical, being equally satisfactory a 40 - 60 % beam splitter, much more easy to find.About the cost, probably this is the most expensive element of the project, if bought as new item ($ 300).But it could be easily find on the surplus market at a cost  of 30-40 $.Furthermore, instead of the cubic beam splitter could  be used a plane beamsplitter costing much less as new, and a few dollars if from surplus market.The producer of optical items are well known (Edmund industrial optics, Oriel, Yobin Ivon, etc) while in the surplus market I've found very good Surplushed.

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Il secondo elemento, che , pur non facendo parte intrinseca dello spettroscopio, ma che comunque viè implementato e che ritengo indispensabile, è un riduttore di focale , preferibilmente ad f 3,3, per due motivi : innanzitutto per ottenere la massima possibile riduzione dell’immagine stellare in ingresso nella lente cilindrica per una migliore qualità dello spettro, e poi per consentire la drastica riduzione della durata delle pose, indispensabile ove non si utilizzi un sistema accessorio di autoguida.Tale elemento, del costo nuovo di ca. 250 € , è vantaggiosamente reperibile, per chi non lo possiede, sul mercato dell’usato a circa 120/150 €. Nella costruzione dello strumento in discorso è stato utilizzato un riduttore di focale Meade sufficiente, dal punto di vista della resa ottica, al nostro scopo.

 

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                               The second element, not structural but very much useful is a focal reducer at f 3,3 , for the following reasons:

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-  To get the most possible reduction of the stellar image entering the cylinder lens for the best quality of the spectra being observed;

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- To get the smallest possible integration time in the case of is not used a complementary autoguiding system.

 

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Il terzo componente, quello centrale e cuore del nuovo sistema è la lente cilindrica da 25 mm di diametro, acquistata nuova   da Emund Scientifics a 50 €.Di tale elemento ho già discusso, per cui non mi prolungo ulteriormente, sottolineando comunque che le lenti cilindriche sono difficilmente reperibili sul mercato dell’usato e che conviene pertanto acquistarle nuove.

 

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                                     The third component, which is the  core of the new spectroscope is a cylinder lens of 25 mm in diameter, 50 mm FL, bought  new at Edmund Industrial Optics, costing about 40/50 $.This element is to be bought new, for it is very difficult for an amateur to find items like this on the surplus market.

 

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Un discorso a parte merita il reticolo: con un collimatore di 25 mm di diametro ed un cannocchiale (un obiettivo fotografico russo da  58 mm f 2) di uguale apertura un reticolo a riflessione da 25 mm di lato è più che correttamente dimensionato: semmai avrebbero dovuto  essere più grandi le ottiche per coprire la diagonale del reticolo stesso.

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E’, inoltre, importante il n° di linee per millimetro del reticolo, da cui dipende direttamente la dispersione spettrale ed il potere risolutivo del sistema.La scelta di un reticolo da 1200 l/mm è obbligata se si vuole ottenere la massima qualità dello spettro .Con l’uso di lunghe focali, il potere risolutivo aumenta ancora, ma abbiamo visto che motivi di praticità e di ingombro  impongono l’uso di focali corte, di circa 50/100 mm.Importante è anche l’angolo di “Blaze” del reticolo, ovverosia l’angolo formato dalle  microscalanature sullo stesso, da cui dipende in quale zona dello spettro si concentrerà la massima energia luminosa.Ho scelto un reticolo blazed per 500 nanometri, in quanto l’idea era di disporre di uno strumento “tuttofare”, non dedicato alla esplorazione di particolari lunghezze d’onda, come IR od UV. Tale lunghezza d’onda è, peraltro,vicina a quella in cui si concentra il massimo ca il 70/80% della efficienza quantica di alcuni dei più diffusi CCD dedicati all’astronomia amatoriale e delle webcam, nonché alla sensibilità luminosa dell’occhio umano che, come si sa, raggiunge il massimo intorno ai 550 nm. Un tale reticolo, nel tipo “ruled” ha un prezzo che si aggira sui  130 € ma vale tutti i soldi che costa.

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                                          Another important part of the instrument is the grating: with a collimator of 25 mm in diameter and a camera lens of same diameter the choice a 25 mm reflection grating is more than correct, being a little bigger in diagonal then the optic's clear diameter, but giving a satisfactory resolution for an amateur spectroscope.A thing to consider is the number of lines per mm of the grating, the spectral dispersion and resolving power of the system being strictly connected to it.The choice of a 1200 grooves/mm grating is then the best , considering the price,to obtain a good quality of the spectra.Using longer FL optics causes a further improvement of resolving power, but the aim to build a practical and not heavy and big instrument makes useful 50/100 mm optics.The "blaze" angle, the angle formed by the small incisions on the grating (grooves) defines in which zone of the spectra will be concentrated the maximum light energy.In the case of our spectroscope, we need of an "all purposes" instrument, not dedicated to observation of particular spectral zones, like UV or IR, so a 500 nm blazed grating will be the best choice.Such a spectral zone is also the one in which usually falls the maximum of quantum efficiency of most  CCD cameras and webcams chips, and the top of human eye sensibility.

 

 

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L’ottica della camera è forse il componente di più facile reperimento, essendo un normale obiettivo fotografico passo a vite 42 x 1, possibilmente senza l’automatismo del diaframma, rinvenibile nei mercatini o sul mercato dell’usato intorno ai 20/30 €.Quello da me adottato è appunto un obiettivo Helios 58mm f 2 a suo tempo pagato solo 5 €.

 

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                             The camera's optic is the most easy to find element, being a normal 50 or 58 mm f 2 lens treaded 42 x 1,which can be bought on the surplus market

 

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Come camera di ripresa,  utilizzo per gli oggetti del cielo profondo la mia MX716, che si accoppia in modo ottimale con lo spettroscopio avendo un innesto femmina 42x1 sul quale va ad inserirsi il maschio dell’obiettivo russo. Per il sole, uso invece una webcam  Philips Vesta.

 

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                                      The camera I use is a Starlight X Press MX 716, a must for its sensibility in every spectral range from blue to red, and that has a 42 x1 threaded female in which is inserted the male of camera lens

 

 

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         I risultati ottenuti con CLAUS sono visibili nei link " spettrografia solare" e " spettrografia stellare" del sito

       The results of CLAUS spectroscope are visible in the "solar spectroscopy" and stellar spectroscopy of this site

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